Fucilarlo!

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aston villa
00domenica 6 dicembre 2009 08:35
Aveva dichiarato neppure una settimana fa di non sapere nulla delle opere d’arte che un servizio di Report sosteneva fossero state occultate nell’imminenza del crac del 2003. La Guardia di Finanza ha trovato 19 tra dipinti e disegni dei più grandi artisti del XIX e XX secolo che Calisto Tanzi, patron della Parmalat inseguito dai creditori, aveva fatto nascondere nelle cantine e nelle soffitte di tre appartamenti, due a Parma e uno nella vicina Pontetaro.

Il ritratto di ballerina, matita su carta Degas, questa mattina si trova nell’ufficio del procuratore della Repubblica di Parma Gerardo Laguardia, accanto ad un autoritratto di Ligabue, alla scogliera di Pourville di Monet, ad una natura morta di Gauguin, ad un tronco d’albero di Van Gogh, ad una natura morta di Picasso datata 1944, ad un ritratto di signora, a grandezza naturale, di De Nittis. Ancora imballati invece sono un olio di Manet raffigurante alberi, una natura morta di Van Gogh, un acquerello su carta di Cezanne, un pastello di Pizarro, un paesaggi di Severini, una illustrazione di Grosz e una matita di Bergerie di Modigliani, ed altro ancora. È stata la Guardia di Finanza nucleo tributario di Bologna a risolvere in meno di una settimana il mistero della pinacoteca di Tanzi.

Quattro giorni di intercettazioni telefoniche continuate (alcune durate trenta ore di seguito) hanno consentito agli uomini delle Fiamme Gialle di individuare i terminali di una trattativa che a breve avrebbe portato alla vendita in blocco di tutta la pinacoteca del Cavaliere. Le trattative erano in stato avanzatissimo e la Procura ritiene che le opere sarebbero state acquistate da compratori provenienti dalla Russia. Il luogo in cui sarebbe dovuto avvenire il passaggio di mano, probabilmente, è Forte dei Marmi, località turistica dove si registra una forte presenza di miliardari provenienti dall’est Europa. Grazie alle intercettazioni i finanzieri sono riusciti a dare un prezzo ad almeno una delle opere che avrebbero dovuto essere vendute: 10 milioni di euro per la scogliera di Monet.

Custodi inconsapevoli del tesoro tre famiglie che abitano gli appartamenti dove i dipinti erano stati nascosti. Consapevole invece, Stefano Strini, genero di Tanzi perchè ne ha sposato la figlia Laura, a cui la cura dei quadri era stata affidata proprio dal Cavaliere. Strini è indagato per ricettazione e favoreggiamento assieme ad un altro soggetto sul nome del quale vige il segreto istruttorio. Secondo le dichiarazioni dello stesso Strini i dipinti sono stati occultati prima del crac. L’indagine è stata condotta a ritmi serrati dai pm Lucia Russo e Vincenzo Picciotti. «Abbiamo recuperato i quadri del cavalier Tanzi - ha detto il procuratore Laguardia senza celare la legittima soddisfazione per il risultato raggiunto - l’indagine è partita dal servizio di Report. Avevamo dei sospetti su alcuni soggetti che sono stati confermati una volta che i loro telefoni sono stati messi sotto controllo».

Alla conferenza stampa indetta in Procura a poche ore dal recupero delle opere d’arte erano presenti il colonnello Piero Iovino del Nucleo tributario di Bologna e il generale Piero Burla, comandante provinciale della guardia di finanza.

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Ancora oggi a distanza di quasi 15 anni auguro a questo stronzo tutto il male possibile.

Resistetti 3 anni alla gestione del Club Vacanze da parte di quel rutto della figlia poi mi ritrovai per strada.

Il miglior tour operator dell'epoca distrutto in meno di 3 anni da nepotismo,amici degli amici e da incompetenza mista a presuzione.

Fucilarlo alle spalle questo ladrone del cazzo.
aston villa
00sabato 12 dicembre 2009 08:54
Sedici dipinti, cinque sculture e un'anfora di epoca romana. Più 26 opere di artisti affermati, ma minori. E' questo il tesoro di Tanzi trovato dalla Procura di Parma al termine di una lunga notte di caccia. "Con questa operazione si è rotta una diga", ha commentato il procuratore capo Gerardo Laguardia dopo che finanzieri e carabinieri avevano passato al setaccio diverse abitazioni nel Nord Italia, fermandosi fino alle 4.30 del mattino nella villa di Vigatto, proprietà di Anita Chiesi, moglie dell'ex re del latte.

Giovedì mattina l'ex patron non si è presentato in aula a Parma, dove avrebbe dovuto riferire sulle 19 tele recuperate di recente in tre cantine indicate da Stefano Strini, marito di sua figlia Laura. Intorno alle 22, cinque pattuglie della guardia di finanza hanno bussato alla sua porta: gli inquirenti erano alla ricerca di alcuni quadri di grande valore. Nello scantinato, ben impachettati, ne hanno trovati 12, tra cui un Mirò e un Renoir. Un'opera di Boccioni è invece stata consegnata ai militari dal genero. I più pregiati - un Segantini, un Kandinsky e un Chagall - sono stati sequestrati a Rovereto, a casa di Paolo Dal Bosco, ex consulente d'arte di Tanzi. Altre 26 opere sono state sequestrate nel pomeriggio a Francesca Tanzi: si tratta di dipinti e disegni di artisti contemporanei e del secolo scorso affermati, ma non di grandi maestri.

Gli indagati. La moglie di Tanzi sarebbe stata iscritta nel registro degli indagati. Un atto dovuto e legato alla confisca dei beni anche se la Procura non conferma. Nei guai anche la figlia Francesca, il cui difensore Luca Sirotti è arrivato alla villa attorno a mezzanotte e l'ha lasciata solo dopo le 2, mentre le Fiamme gialle, appostate anche di fronte alla casa di Strini, si sono trattenute fino a notte inoltrata. Francesca Tanzi, in particolare, rischia molto: aveva ottenuto come pena alternativa alla detenzione l'affidamento in prova ai servizi sociali. Il beneficio le era stato concesso dopo 10 mesi di discussione perchè aveva dimostrato oltre allo spirito collaborativo, il fatto di essere nullatenente [SM=x1495893] . Le opere sequestrate sembrano smentirla e l'ex dirigente del gruppo Parmatour potrebbe vedersi revocato il privilegio. All'elenco degli indagati va aggiunto quello del mediatore della Versilia in contatto con un misterioso acquirente russo per la vendita del Monet sequestrato una settimana fa. Nel registro degli indagati è stato iscritto anche Dal Bosco. ''Dal punto di vista giudiziario, non sono e non sono mai stato indagato dalla Procura di Parma per riciclaggio - afferma il consulente d'arte -, mentre per l'eventuale accusa di ricettazione, riferibile a sole tre opere, avute da parenti stretti del cavalier Tanzi, avrò modo di chiarire con il magistrato competente la mia totale estraneità".

Da Rovereto a Parma. Mercoledì notte la guardia di finanza e i carabinieri avevano effettuato una prima perquisizione nell'abitazione di Dal Bosco controllando la documentazione relativa agli acquisti delle 19 opere d'arte sequestrate una settimana fa. Ieri pomeriggio le forze dell'ordine, accompagnate dai due pm Vincenzo Picciotti e Lucia Russo sono tornate da lui per prelevare tre quadri oltre a numerosi documenti utili per ricostruire quali e quante opere i Tanzi possano avere acquistato in passato. Quest’ultimo elemento potrebbe essere utile, insieme alle perizie assicurative già sequestrate nel 2003, per capire se all’appello manchino altre tele e se si tratti di opere autentiche. Subito dopo la diffusione delle immagini dei quadri ritrovati, infatti, era divampata la polemica. Per Dal Bosco il loro valore non superava i 5 milioni di euro (LEGGI). Una cifra nettamente inferiore a quella indicata dalla procura di Parma, secondo cui il tesoro doveva valere oltre i 100 milioni (LEGGI).

Il futuro della collezione. Per il mantenimento della “ pinacoteca Tanzi” si sono fatti avanti la Parmalat capitanata da Enrico Bondi e la Sovrintendenza dei Beni Culturali guidata da Lucia Fornari Schianchi. La Procura ha deciso di affidare custodia e manutenzione di tutte le opere sequestrate a quest’ultima mentre ora l’idea, già espressa ma non ancora formalizzata, sarebbe quella di poter mettere in mostra tutti i pezzi dei Tanzi. Il ricavato a quanto ipotizzato finora potrebbe andare in donazione all’Ospedale dei bambini voluto e portato avanti dall’associazione Noi per loro. Al termine del processo il ricavato dalla vendita potrebbe essere invece messo a disposizione per il risarcimento ai risparmiatori frodati nel crac del 2003.

Si cercano altre opere. La guardia di finanza è alla ricerca di altre opere d'arte. "L'idea - ha spiegato Laguardia - è che girassero molti quadri appartenenti alla famiglia Tanzi. Dopo il 2003 e il 2004 non c'è stata nessuna perquisizione. All'epoca furono sequestrati tutti i dipinti e i beni di valore trovati nell'abitazione che in seguito furono dissequestrati perché Tanzi riuscì a dimostrare che quei beni appartenevano alla moglie". "Non è da escludere ci siano altre opere in giro – aggiunge il colonnello Massimo Pontillo (AUDIO) delle fiamme gialle di Bologna – anche se parlare del tesoro di Tanzi è una parola grossa. I quadri rappresentano una frazione del presumibile tesoro dei Tanzi”. Il procuratore capo ha invitato a farsi vivi quanti potrebbero avere quadri in qualche modo collegati alla famiglia Tanzi.


AAAAAHHHHHHHHHH COME GODO...LO SAPEVO CHE LASSU

QUALCUNO ESISTE....

AL ROGO LA TROIA MALEDETTA!
[SM=x1449910]
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