Come nel medioevo

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aston villa
00sabato 20 settembre 2008 10:45
Ha dato alla luce prematuramente suo figlio, da sola, senza dire niente a nessuno. L'ha vegliato per due giorni, poi l'ha messo in un sacchetto e l'ha gettato nel cassonetto dei rifiuti, sotto la sua abitazione. Protagonista della vicenda e' una donna spezzina di trent'anni, indagata per occultamento di cadavere.

La donna sostiene infatti che il bambino era nato morto, ma poiche' il corpicino non e' stato ancora trovato non e' possibile verificarlo. La vicenda, per molti aspetti ancora da chiarire, e' venuta alla luce solo perche' la donna, che vive in un piccolo paese della vallata del Magra, ha rischiato di morire. Dopo la gravidanza, infatti, non si e' neppure fatta visitare. La placenta, rimasta a pezzi all'interno dell' utero, le ha provocato una forte infezione con copiose perdite di sangue, che l'hanno costretta ad andare al pronto soccorso.

La donna ha mentito ai medici, sostenendo di aver subito di recente un intervento chirurgico: ma quando il ginecologo di turno l'ha visitata, si e' accorto che l'emorragia era effetto di un parto prematuro. E' stato allora che la donna ha raccontato tutto. I medici dell'ospedale di Sarzana hanno subito trasmesso i dati alla polizia: con l'aiuto degli operatori ecologici, sono stati ispezionati i bidoni vicini alla casa della donna, ma senza esito.

Il feto e' stato cercato anche in discarica ma sono passati ormai troppi giorni dal parto, avvenuto almeno una settimana fa. Solo in casa della ragazza, sono state trovate tracce di sangue, che confermano le sue parole. La donna sostiene di aver fatto tutto da sola: e' libera, lavora, ha una propria autonomia. Aveva una relazione con un uomo, probabilmente sposato. Ai carabinieri che l' hanno interrogato, l' uomo ha detto pero' di non aver mai saputo che la donna fosse incinta. Intanto, la polizia di Sarzana sta ascoltando i familiari della donna per accertare se non vi sia qualche complicita' in quanto accaduto e scoprire se il bambino, nato prematuro, fosse comunque vivo.

Dai registri dell'ospedale, e' emerso che quindici giorni fa la donna aveva avuto avvisaglie del parto e che si era presentata per una visita: le era stato spiegato che c'era il rischio di una nascita prematura. Ma aveva rinunciato alle cure. Ora, ricoverata all'ospedale, giura che il bimbo era morto. ''Non l'ho gettato subito - ripete - l'ho vegliato due giorni ma non si muoveva. Ero disperata, non sapevo cosa fare. Ho solo pensato di cancellare ogni traccia di quanto accaduto''.
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