CUBA ? NO...CHIVASSO

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aston villa
00giovedì 8 aprile 2010 14:46
Era morta da due ore, eppure è rimasta lì nel suo letto accanto ad altri pazienti che consumavano il pranzo. No, non è una delle tante immagini shock che girano su you-tube, ma la scena che si sono trovati di fronte i carabinieri del Nas all’ospedale di Chivasso.

E la storia di Clorinda Fiorio - 94 anni, che ha perso la vita alle 10.30 per un’emorragia cerebrale - è solo la punta dell’iceberg. Anche per il resto non si scherza. Tanto per cominciare, barelle nel pronto soccorso. Non ci dovrebbero stare perché rappresentano una situazione inaccettabile: persone spesso in condizioni gravi, o comunque serie, costrette ad attendere ore, talvolta anche giorni, prima di essere avviate ai reparti.

Persone certamente non abbandonate a se stesse, ma costrette a vivere in situazioni difficili, di continuo passaggio, di promiscuità, di igiene precaria, costantemente alla luce e quindi impossibilitate a riposare di notte. I carabinieri del Nucleo antisofisticazione conoscono questo problema e, di fronte all’ennesima segnalazione, hanno deciso, l’altro ieri, di controllare il pronto soccorso dell’ospedale di Chivasso, appunto. Trovando una situazione molto pesante: 21 barelle occupate da 20 persone malate, il corpo ormai senza vita di Clorinda Fiorio dietro ad un separè per due ore prima di essere trasportato dai necrofori nelle camere mortuarie.

I carabinieri agli ordini del capitano Michele Tamponi hanno fotografato la situazione, resa più precaria dalla particolare disposizione del pronto soccorso di Chivasso che si trova esattamente all’ingresso dell’ospedale, in una zona di particolare traffico. Ma i militari, almeno per ora, non hanno denunciato nessuno: «Ci siamo limitati - hanno spiegato - a far presente la gravità della situazione al direttore generale chiedendogli un intervento.

Medici e infermieri ci sono sembrate anche loro delle vittime davanti ad una richiesta imponente, a cui si cerca di rimediare con impegno e dedizione. Non sappiamo quali correttivi possano essere rapidamente posti in essere, ma fra un mese torneremo a verificare. Non intendiamo abbandonare questo ospedale». Il pronto soccorso dell’Ospedale di Chivasso non è nuovo a segnalazioni di inefficienze e di scarsa attenzione verso i malati. In passato anche le rubriche delle lettere a La Stampa hanno ricevuto segnalazioni in questo senso.

Ma il problema non sembra essere all'interno di una struttura ospedaliera, per giunta di provincia, ma in un contesto più ampio: «Ci siamo resi conto - spiegano i carabinieri - che la potenziale utenza che afferisce a questo ospedale è di dimensioni veramente enormi, circa 250 mila persone, che vanno dalla periferia di Torino alla provincia di Vercelli. E' chiaro che esistono problemi strutturali che vanno corretti». I carabinieri del Nas hanno evidenziato la situazione drammatica dell'ospedale di Chivasso, ma non è sfuggita loro neppure la passione e l’impegno di chi ci lavora con attenta dedizione.

E comunque, per il futuro, non escludono di svolgere accertamenti di questo tipo anche in altri ospedali, anche sulla scorta delle più recenti direttive regionali che hanno cercato di disciplinare il problema.
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