Assolto Di Luca

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aston villa
00mercoledì 16 aprile 2008 20:39
'Finalmente giustizia e' fatta': lo dice Danilo Di Luca dopo essere stato assolto dall'accusa di aver diluito il sangue al Giro 2007. Un sospiro di sollievo ed una certezza: 'C'e' stato accanimento, un po' come con Pantani'. La differenza con la tragica vicenda del romagnolo: 'Il carattere, il mio e' diverso'. Resta la rabbia per l'esclusione dalle classiche ('La Liegi con il n.1 sulla bici l'avrei fatta bene'), ma anche la carica per i prossimi obiettivi: 'Il Giro e il mondiale a Varese'

DI LUCA ASSOLTO, NON PASSA TESI PROCURA

Si è conclusa con una assoluzione la lunga vicenda che ha avuto per protagonista Danilo Di Luca, vincitore del Giro d'Italia dell'anno scorso e accusato di avere fatto ricorso a pratiche vietate proprio in occasione di una delle tappe della corsa rosa, quella dello Zoncolan. Tra perizie e superperizie, il giudice di ultima istanza del Coni ha finito per ritenere non sufficientemente dimostrabile la tesi accusatoria sostenuta dal procuratore antidoping Ettori Torri per squalificare l'atleta per due anni. E sulla scarsa solidità del dispositivo probatorio, più che accusatorio, ha sostanzialmente puntato il collegio difensivo di Di Luca, con in testa l'avvocato Federico Cecconi, ottenendo sulla base di perizie di parte il rinvio del giudizio del Gui e la superperizia super partes che oggi ha contribuito all' assoluzione. Alla vigilia, non tutto veniva dato per scontato, dal momento che era pericoloso creare un precedente legato alla specificità dell'evento, ossia se i valori legati alla densità urinaria e al profilo degli steroidi androgeni del campione n. 9 prelevato a Di Luca fossero compatibili con l'assunzione di acqua esclusivamente per via orale, ovvero con metodi vietati dalle norme antidoping. E non mancava peraltro il particolare riferimento a una possibile infusione endovenosa e all' assunzione di sostanze proibite, finalizzate all'alterazione dei profili ormonali. "Prove non ce n'erano e non ce ne sarebbero state, perché io non ho commesso alcuna irregolarità - ha precisato Di Luca, raggiunto telefonicamente - Ho perso un anno, ma non ho mai pensato di smettere. Sono felice e disposto a riprendermi il Giro d'Italia. Cercherò di presentarmi a Palermo, il 10 maggio, nelle migliori condizioni possibili". La sentenza odierna ha ritenuto che "non è stato raggiunto il livello di probabilità richiesto dall'articolo 3.1 del codice antidoping". Dunque, Di Luca non ha violato l'articolo 2.2 del Codice Wada, facendo ricorso a un'infusione endovenosa (più o meno reidratante) e non ha assunto sostanze proibite. Mancano le prove in grado di suffragare le tesi dell'accusa e di convertire in condanna il deferimento. Adesso, per il ciclista pescarese comincia un'altra fase della sua carriera, forse l'ultima, ma sicuramente la più entusiasmante: potrà partecipare al Giro d'Italia, tornare a essere un ciclista normale, nell'attesa che il Tas (il Tribunale arbitrale dello sport, con sede a Losanna) si esprima sull'altra vicenda che lo vede protagonista, e legata alla presunta frequentazione del medico Santuccione. "Giustizia è fatta - ha esclamato il fratello di Di Luca, Massimo, che non è riuscito a trattenere le lacrime durante la lettura della sentenza da parte del presidente del collegio giudicante, Francesco Plotino, dopo oltre due ore di camera di consiglio - Adesso, Danilo deve vincere il Giro e pensare a se stesso". E l'avvocato Cecconi ha sottolineato come non "vi fossero nemmeno le condizioni per arrivare al deferimento". Poi ha aggiunto: "Comunque, secondo me, Danilo ha pagato un prezzo altissimo. Se chiederemo il risarcimento dei danni? In questo momento ci godiamo la sentenza di assoluzione, con Danilo non abbiamo parlato d'altro, ma non credo si procederà in questa direzione". La sentenza del Gui suona come sconfitta per la Procura antidoping del Coni e per il suo capo Ettore Torri che al termine dell'udienza del primo aprile scorso si era detto "sicuro" della consistenza dell'impianto accusatorio e dei riscontri probatori avvalorati dall'esito delle perizie. Di Luca invece può festeggiare la prima vittoria della stagione, probabilmente una delle più importanti della sua intensa carriera.



el guayabero
00giovedì 17 aprile 2008 17:11
Sono molto contento che almeno De Luca si sia salvato da questa ecatombe del doping; sarebbe stato triste davvero che anche lui fosse finito nella lunga schiera di dopati che ormai farciscono il ciclismo nostrano e internazionale.
Tutto questo doping a oltranza e conseguenti farse processuali e squalifiche hanno finito per distruggere la credibilita' del piu bel sport del mondo; per di piu visti i risultati delle classiche di inizio stagione non mi pare che i vertici dell'Uci abbiano risolto un granche'; si vede ancora nelle corse gente che fino a pochi mesi fa' erano fermi come treni merci ed ora improvvisamente vanno a medie vertiginose e per di piu su strade impervie come Fiandre, Ardenne, Rubaix.
Il ciclismo degli anni 2000 a mio modesto parere va rivisto e analizzato per lungo e per largo e per il bene di molti atleti fuori tutti questi Dr.Jeckill che lo hanno sporcato e contaminato di falsi valori.
aston villa
00giovedì 17 aprile 2008 17:34
Re:
el guayabero, 17/04/2008 17.11:

Sono molto contento che almeno De Luca si sia salvato da questa ecatombe del doping; sarebbe stato triste davvero che anche lui fosse finito nella lunga schiera di dopati che ormai farciscono il ciclismo nostrano e internazionale.
Tutto questo doping a oltranza e conseguenti farse processuali e squalifiche hanno finito per distruggere la credibilita' del piu bel sport del mondo; per di piu visti i risultati delle classiche di inizio stagione non mi pare che i vertici dell'Uci abbiano risolto un granche'; si vede ancora nelle corse gente che fino a pochi mesi fa' erano fermi come treni merci ed ora improvvisamente vanno a medie vertiginose e per di piu su strade impervie come Fiandre, Ardenne, Rubaix.
Il ciclismo degli anni 2000 a mio modesto parere va rivisto e analizzato per lungo e per largo e per il bene di molti atleti fuori tutti questi Dr.Jeckill che lo hanno sporcato e contaminato di falsi valori.



Il doping e' connaturato col ciclismo,non ci sono vie di mezzo.

Un essere umano non puo' scalare 7 colli oggi e 6 domani ai 45 kmh....

Appena finito l'Isef un mio docente mi passo' un lavoro coi ciclisti del Fiat precisamente Fiatagri,nominalmente dilettanti in realta' col ciclismo ci campavano.

Curai la preparazione atletica invernale,il Direttore Tecnico era il grande Italo Zilioli con cui nacque una bella amicizia,ero un pivello e lui mi aiuto' moltissimo.

Bene ti posso assicurare che gia' a quel livello le sedute....in infermeria erano all'odine del giorno.

Per tutti.

Se uno saltava un giorno,il giorno dopo su strada non stava dietro agli altri...

Il Povero,immenso Pantani quando lo beccarono a Torino in seguito a un incidente con un auto dei vigili durante,mi pare,il giro del Piemonte (o la To-Mi) aveva un ematocrito da fare paura,non aveva sangue ma gelatina nelle vene.

I controlli non beccano quasi mai il prodotto dopante ma bensi' quello coprente,quindi immagina a che livello siamo... [SM=x1465775]


el guayabero
00giovedì 17 aprile 2008 19:34
Caro Ammiraglio
Non posso che annuire a tutto il tuo scritto; ho avuto modo tra l'altro di conoscere in passato il gruppo sportivo di Italo Zilioli che per vari anni ha primeggiato nelle categorie nazionali di dilettanti e minori e mi pare che ha portato anche diversi atleti alle olimpiadi se non erro.
Sono un ciclo-amatore e nella terra in cui vivo fra una fiorentina e l altra si parla e si mastica di ciclismo piu che di ogni altro sport Vicino a casa mia c'e un piccolo alberghetto che vive per la maggiore dando ospitalita' a squadre di ciclisti di ogni categoria; dai minori ai prof; ti diro’ che ho avuto la sfortuna di recarmi a gettare la spazzatura nel contenitore comunale dove il suddetto albergo depone i loro rifiuti;ti assicuro che e' una cosa triste vedere che gia le squadre di esordienti fanno uso di queste sostanze a minkia piena e Non dico che provo pena per l'idiota coetaneo o giu di li che la domenica per primeggiare in un raduno di mountain di 40 km o una gran fondo dai 70 ai 110 km si cala ogni cosa pur di vedersi primeggiare nelel graduatorie; in fin dei conti e' adulto ed e’ mal voluto quindi libero d'intossicarsi a suo piacimento; trovo molto piu ingiusto pero' che invece giovani atleti in erba vengono posti in mano di cagliostri moderni che senza alcun pudore e ritegno giocano sulla salute di minori.
La pratica del ciclismo mi ha insegnato a vedere la prestazione in altra maniera, un tot di km in pianura e poi si va in salita, perdi peso e perdi qualche km in piano pero sali piu’ in agilita',ripetute con qualche pausa e quando sei in involuzione ti fermi per un po, a giorni alterni un quoziente altimetrico in piu e magari qualche km in meno oppure il contrario; e tutto cio' unito a una buona alimentazione ed un sano riposo mi ha dimostrato che si puo' arrivare a miglioramenti impensabili di cui ne vado orgogliosissimo e giuro non ho mai toccato nessun prodotto dopante; certo non devo fare il prof pero’ ti assicuro che e' una grande soddisfazione vedere risultati e mettere dietro te qualche centinaia di praticanti che per di piu sai che son dopati e sapere invece che tu sei pulito e sono sicuro che minore sarebbe la soddisfazione di finire una gran fondo magari cento posizioni piu in alto della pero' sapendo di aver usato altro additivo.
Riguardo a questi professionisti mi domando: non sarebbe piu giusto qualche km di media inferiore senza essere condizionati da esigenze televisive o di Pro-Tour che tanto anche senza l aiuto del doping verrebbe ugualmente fuori una selezione naturale fatta da talento naturale, allenamento e sacrificio. Non voglio passare per moralista e non dico medicina niente so bene perche bene che il ciclismo necessita di ausilio medico-sanitario piu di altri sport pero' almeno un aiuto piu' pulito e da persone con qualche scrupolo maggiore a quelle che vediamo in giro sarebbe auspicabile
In fin dei conti nel ciclismo leggendario dei Binda,Coppi e Bartali forse percorrevano ancor piu chilometri giornalieri di adesso ma logicamente con medie piu basse e lo spettacolo non ne soffriva e di medicina sicuramente c'e n'era molto meno di adesso e per di piu’ non si trattava certo di ormoni della crescita, epo, o sacche di sangue altrui congelate e modificate nelle struttura ma di sostanze forse meno nocive e molto piu riconoscibili al doping.
L’unica cosa da dire a favore dei ciclisti e che la lista di prodotti proibiti e’ talmente lunga che anche un analgesico o antidolorifico e' nella lista nera e che talvolta vengono bekkati come detto anche da te per il solo uso del diuretico coprente e non per la sostanza dopante vera e propria.
Pensi pero’ davvero che il Pirata fosse cosi pieno come hai detto?
Io su questo ho i miei dubbi, come passista e a crono era una lumaca e se avesse modificato costantemente l emocromo lo avrebbero bloccato magari un po prima non credi questo?
Non credi che magari abbia fatto ricorso a tal pratica solo negli ultimi tempi quando magari ha visto che ormai era dilagante l uso e magari abbia pensato che prima o poi con qualcuno lo avrebbe detronizzato anche da re delle vette?
aston villa
00giovedì 17 aprile 2008 20:13
Ritengo Pantani uno dei piu' grandi campioni che il nostro ciclismo abbia mai avuto,ho trovato vergognoso come questo ragazzo,una volta spenti i riflettori sia stato lasciato morire solo come un cane in un sordido residence coi genitori in Grecia in vacanza.

Ma io sono uomo di sport e lo sport e' dati scientifici comprovati e verificati,il resto conta poco.

Questo stralcio e' tratto dai dati ritrovati a Ferrara da Conconi


"Nella stagione '93, la seconda da "pro", Pantani è un umile gregario di Chiappucci, anche se con buone disposizioni per la salita e per le grandi corse a tappe (da dilettante ha vinto il Giro d'Italia baby): due soli i piazzamenti fra i primi 5 in corse secondarie (4° nella 6/a tappa della Settimana Siciliana, il 25 febbraio e 5° nella classifica finale del Giro del Trentino il 14 maggio). Ma nel '94 si possono notare già sbalzi notevoli: Ht a 40,7% il 16 marzo '94, a 54,5 il 23 maggio. Siamo in pieno Giro d'Italia (quello in cui Berzin fece il fenomeno, indossando la maglia rosa dalla quarta tappa alla fine), anzi, siamo alla terza tappa (Osimo-Loreto Aprutino) e debbono arrivare le grandi montagne, dove Pantani sarà la rivelazione. Vincerà, infatti il 4 giugno a Merano e il giorno dopo all'Aprica, staccando tutti sul terribile Mortirolo e, sullo "slancio", l'8 giugno, finirà addirittura terzo in una cronometro, che non è sua specialità, esattamente nella cronoscalata del Bocco adatta per tracciato e altimetria a passisti come Indurain. Concluderà il Giro alle spalle di Berzin. Significativo, il “picco” del 58% il 13 giugno, giorno dopo la fine del Giro, quando, notoriamente al termine di un Giro i corridori presentano valori di Ht inferiori di 4-5 punti almeno rispetto a quelli della partenza. Ma quella condizione è analoga il 25 luglio, giorno dopo la fine del Tour (57,4%). I tecnici spiegano che, in assenza di fatica e stress, l'Ht tende a salire, specie se si è stimolata l'ematopoiesi. In quel Tour, Pantani non vince ma si mette in grande evidenza: è terzo, nella tappa dell'Hautacam vinta da Leblanc (che allora militava nella Festina…) il 13 luglio, proprio nel momento in cui crolla il suo capitano, Chiappucci, alle prese con problemi di stomaco e costretto poi al ritiro; è secondo il 15 (il giorno dopo il riposo) a Luz Ardiden (vittoria di Virenque, sempre un Festina…); si lancia in un furioso inseguimento ad Eros Poli sul Mont Ventoux il 18, scollinando a 4'31", dopo che il fuggitivo in testa aveva cominciato la salita con ben 25'30" di vantaggio. E' quinto sull'Alpe d'Huez (vittoria di Conti); cade, resta staccato e poi rientra miracolosamente nella tappa di Val Thorens (20 luglio), finendo terzo dietro Rodriguez e…Ugrumov; è quinto il 21 a Clouses, ma secondo nella cronoscalata di Avoriaz il giorno dopo (sempre dietro Ugrumov). Insomma, il Tour '94, su tutti i "media" è il Tour-rivelazione per Pantani, terzo sul podio finale. Analogo andamento, ma con l'intermezzo dell'incidente del 1° maggio (investito da un'auto in allenamento, poco prima del Giro), si riscontra nel '95. A marzo i suoi valori sono medio-bassi (45% Ht il 18 marzo '95), ma a fine giugno - rimessosi dall'incidente - sono già elevatissimi in previsione del Tour: 56%. Vincerà, infatti, un'epica tappa all'Alpe d'Huez (12 luglio) e a Guzet Neige (16 luglio), sui Pirenei. Il Tour è ancora pieno di cronometro, dunque terreno dove Indurain è favoritissimo; Pantani finisce 13° a Parigi. A fine stagione, il 18 ottobre, subisce l'ormai famoso incidente nella Milano-Torino che lo costringe al fermo fino al 3 agosto del '96. Poi c'è il '97 con l'Alpe d'Huez ancora e la tappa di Morzine sulle Alpi del Tour, dove finisce ancora terzo nella classifica finale. Poi il trionfale ’98 con vittoria a Giro e Tour, quindi lo stop a Madonna di Campiglio ’99: ematocrito troppo alto. "
el guayabero
00giovedì 17 aprile 2008 22:07
Ammiraglio visto che il caso Pantani sta molto a cuore anche a te se gia non l hai fatto dai un occhiata q questo link in basso:

pantani.splinder.com/archive/2004-12

notizie e pagine di squallori del Prof. Conconi e del ciclismo italiano.

[SM=x1539162]
el guayabero
00giovedì 17 aprile 2008 22:24
Alla fine di febbraio del 2001 torna l’attenzione sulle Olimpiadi di Sidney, ecco un riassunto di quanto scritto sul sito www.sportpro.it:

Le condizioni di salute di Pantani prima delle Olimpiadi avrebbero dovuto sconsigliare tecnici e dirigenti sportivi a convocarlo per i Giochi e tantomeno a farlo partire e gareggiare, come invece è accaduto. Il Pirata non avrebbe mai dovuto partecipare. Avrebbe dovuto essere fermato. Cosa che, come tutti sanno, non è avvenuta. Era malato. O, almeno quello lasciavano INTRAVEDERE i test ematici . Il parere fu espresso dal prof. Mario Cazzola, ematologo dell’Università di Pavia. Ed ora l’episodio entra nell’inchiesta del pm di Ferrara PieRguido Soprani.

I test sottolineavano - soprattutto - l’incapacità del fisico di Pantani a produrre autonomamente globuli rossi. Condizione ricorrente in chi si è sottoposto a forti somministrazioni di epo esogena. Il fisico ogni volta che trova una sostanza proveniente dall'esterno, smette o diminuisce di produrla in via endogena, per una sorta di bilancia interna. Insomma chi si sottopone a continue ed elevate somministrazioni esterne diventa "dipendente".

Tornando a Pantani, era un malato da curare, prima dei Giochi, piuttosto che un atleta cui richiedere prestazioni impegnative. “

Tre anni dopo, la perizia seguita all’autopsia di Pantani, del Prof.Fortuni, dirà senza dubbi, nel silenzio imbarazzato di quasi tutti i giornali, che il midollo osseo di Marco era sanissimo

Le ipotesi sono due: 1) tutto ciò che è stato detto, sentenziato, ipotizzato, scritto, in cinque anni, sul midollo malato di Pantani era falso; 2) i danni dell’epo sono molto inferiori a quelli che ipotizza chi , dalla gravità, ineludibilità, certezza di questi di danni fa derivare la necessità di campagne criminalizzanti degli atleti, di esposizione alla gogna mediatica di chi si dopa.

In altre parole, se l’ipotesi vera fosse la 2), la sospensione che di fatto avviene in Italia di qualsiasi diritto alla difesa ,alla privacy, alla presunzione di innocenza di chi sia sospettato di doping, giustificata , appunto, apoditticamente ,con la certezza e la gravità dei danni prodotti dall’uso di epo , non ha giustificazione alcuna.

Se colui che viene indicato come il dopato d’Italia, dopo pochi mesi di sospensione dell’attività agonistica ad alto livello, senza cure, anzi, con un uso smodato di cocaina, vede sparire del tutto i danni prodotti sul suo midollo da un uso prolungato e massiccio di epo, vuol dire che questi danni sono minimi o non ci sono affatto ( Pantani aveva corso fino al primo giugno 2003, senza la caduta sarebbe arrivato nei primi cinque al Giro d’Italia, ne fu uno dei protagonisti anche su montagne impervie come lo Zoncolan, secondo il teorema delle accuse non poteva gareggiare ad alto livello senza l’uso di epo, anzi non poteva nemmeno respirare visto che il suo midollo non funzionava più),

Altre ipotesi logiche, non ce ne sono.
el guayabero
00giovedì 17 aprile 2008 23:06
Comunque Caro Aston se la tua tesi la prendiamo come unica e inconfutabile:

Possiamo concludere dicendo che Pantani è campione nel rappresentare quanto è marcio lo sport moderno, in cui gli sportivi sono le prime vittime, circensi pagati per farci divertire a qualsiasi costo, anche a quello della loro vita. Le immagini straordinarie delle imprese di Pantani restaranno nei nostri occhi, ma come quelle di un fantasma; nonostante la fatica immane che sono comunque costate, non erano reali, ma soltanto show-business. Come Pantani, esistono dieci, venti, forse più, ciclisti morti d’infarto o di droga negli ultimi anni, a meno di quarant’anni di età, senza nemmeno l’onore delle telecamere. Il modo giusto di onorarli sarebbe quello di spezzare l’omertà, e di smettere finalmente di doparsi, tutti.
Peccato pero' che gli ex colleghi di Pantani, dopati come lui, siano i nuovi dirigenti del ciclismo attuale.

[SM=x1539162] [SM=x1539162]
aston villa
00venerdì 18 aprile 2008 10:11
Re:
el guayabero, 17/04/2008 23.06:

Comunque Caro Aston se la tua tesi la prendiamo come unica e inconfutabile:

Possiamo concludere dicendo che Pantani è campione nel rappresentare quanto è marcio lo sport moderno, in cui gli sportivi sono le prime vittime, circensi pagati per farci divertire a qualsiasi costo, anche a quello della loro vita. Le immagini straordinarie delle imprese di Pantani restaranno nei nostri occhi, ma come quelle di un fantasma; nonostante la fatica immane che sono comunque costate, non erano reali, ma soltanto show-business. Come Pantani, esistono dieci, venti, forse più, ciclisti morti d’infarto o di droga negli ultimi anni, a meno di quarant’anni di età, senza nemmeno l’onore delle telecamere. Il modo giusto di onorarli sarebbe quello di spezzare l’omertà, e di smettere finalmente di doparsi, tutti.
Peccato pero' che gli ex colleghi di Pantani, dopati come lui, siano i nuovi dirigenti del ciclismo attuale.

[SM=x1539162] [SM=x1539162]



Amico mio....su Pantani ho rimosso tutto,anche se so abbastanza come sono andate le cose.

Mi tengo stretto il ricordo di un campione straordinario,un uomo problematico,complessato e timido che pero' ogni volta che saliva su una bicicletta diventava il piu' grande di tutti.

Sul discorso degli altri sportivi...aspetta che si tolga il comperchio dal pentolone del calcio e poi vedrai,il caso Signorini,quella Fiorentina di anni fa dove stanno morendo tutti,Lombardi....vedrai che ne salteranno fuori delle belle... [SM=x1543394]


aston villa
00martedì 6 maggio 2008 12:55
Un anno di squalifica. È il verdetto del Tas di Losanna che ha condannato a dodici mesi di stop Alessandro Petacchi, trovato positivo ad un controllo antidoping al salbutamolo al Giro d’Italia 2007 lo scorso 23 maggio, al termine della tappa di Pinerolo in cui si impose proprio il trentaquattrenne velocista della Milram. Ale-Jet, che per una tracheobronchite aveva già deciso di saltare l’imminente corsa rosa, giustificò l’alto livello della sostanza (1320 nanogrammi per millimetro, mille oltre il limite consentito) con l’uso di uno spray anti-asma (il ventolin).

Petacchi, che per questa vicenda fu costretto a rinunciare al Tour 2007, fu assolto dalla Federciclismo ma la Procura Antidoping del Coni, lo scorso agosto, fece ricorso al Tas. «È una decisione così assurda che stiamo valutando la possibilità di impugnarla davanti al Tribunale Federale Svizzero o alla Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo - ha detto subito dopo il verdetto del Tas il legale del campione ligure, Maria Laura Guardamagna - ho parlato con Chiara, sua moglie e la sua reazione è stata di sconforto e perplessità».

Petacchi finirà di scontare la sospensione il 31 agosto prossimo perchè la sanzione decorre dal primo novembre 2007 e contiene in aggiunta i due mesi di sospensione cautelare già scontati lo scorso anno dall’azzurro. Cancellati, con restituzione di premi, tutti i risultati di Petacchi al Giro 2007: le cinque tappe vinte e la maglia ciclamino relativa alla classifica a punti.
aston villa
00sabato 10 maggio 2008 10:13
GIRO D'ITALIA...COMINCIAMO BENE....

Sono passati 25 giorni dal controllo antidoping al quale venne sottoposto Ariel Maximiliano Richeze, ciclista della Csf Group-Navigare, al termine della tappa vinta a Le Mans, in Francia, del Circuito de la Sarthe. Nessuno allora poteva ipotizzare l’annuncio che è stato dato nel pomeriggio di oggi, proprio alla vigilia della partenza del 91/mo Giro d’Italia, uno dei più duri degli ultimi anni.

L’atleta argentino di Tandil è risultato positivo ed è stato fermato in tempo, ovvero poche ore prima dell’inizio della crono a squadre d’apertura della corsa rosa. Si tratta del primo caso di doping che riguarda un iscritto al Giro d’Italia. La sostanza assunta da Richeze, secondo quanto ha rivelato il suo direttore sportivo Reverberi, è un anabolizzante (lo stanazolone) simile a quello che costò la squalifica al canadese Ben Johnson, nella finale dei 100 alle Olimpiadi di Seul. L’oro finì nelle mani dello statunitense Carl Lewis, il figlio del vento. Reverberi è apparso veramente dispiaciuto e domani la sua squadra, la Csf Group-Navigare, sarà peraltro costretta a disputare la cronometro con un uomo in meno.

Il n. 63, che era di Richeze, infatti, non verrà assegnato. "Solo" Emanuele Sella, Fortunato Baliani, Luis Felipe Jimenez Laverde, Julio Alberto Perez Cuapio, Filippo Savini, Matteo Priamo, Tiziano Dall’Antonia e Domenico Pozzovivo, partiranno dalla piazza Castelnuovo di Palermo e finiranno la loro fatica davanti al teatro Massimo, in piazza Verdi. Un "buco" che romperà gli equilibri, spezzerà il ritmo dei cambi di una squadra già costretta a inseguire e a rinunciare a uno dei suoi uomini di punta negli sprint. Richeze, infatti, è velocista e avrebbe potuto inserirsi in queste prime tappe della corsa rosa. Ma non sarà così. «È un peccato, sono dispiaciuto, avrei preferito che non accadesse qui, proprio al Giro d’Italia. Aspetteremo l’esito delle controanalisi, che abbiamo chiesto, poi vedremo cosa accadrà. Il rapporto con il ciclista in questo momento è chiuso, tant’è che abbiamo avviato le procedure per il suo ritorno a casa, che avverrà nelle prossime ore. Lo ripeto: mi dispiace molto, perchè noi siamo sempre stati contrari a queste cose, abbiamo puntato sui giovani e abbiamo sempre cercato in tutti i modi di essere puliti».

Domani, intanto, partirà la cosa rosa, dal piazzale antistante il teatro Politeama Garibaldi. La prima squadra a scattare sul tracciato di poco più di 23 km (che arriverà fino alla spiaggia di Mondello) sarà il Team Milram, alle 15,39; l’ultima la Lpr della maglia rosa uscente Danilo Di Luca, che prenderà il via alle 17,15. Solo 5’ divideranno la partenza fra una squadra e l’altra. Al termine della crometro verrà assegnata la prima delle 21 maglie rosa.
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