Fama e applausi

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stuwhima
00lunedì 5 aprile 2010 19:56
YOANI SANCHEZ

Per oltre dieci anni l’angolo tra Infanta e Manglar ha mostrato la struttura incompiuta di un edificio alto venti piani. La speranza di terminarlo è sfumata con l’arrivo del Periodo Speciale e con la fine di quel metodo costruttivo chiamato “microbrigata” (1). I cittadini che avevano cominciato a costruire le fondamenta illudendosi di ottenere un appartamento in un immobile così alto, si sono mostrati adirati ma impotenti quando è stato annunciato che la costruzione non poteva continuare. Avevano passato anni della loro vita a innalzare pareti e d’un tratto la sospirata casa svaniva nel nulla, con la stessa rapidità con cui i tecnici sovietici salivano sugli aerei per fare ritorno in patria. L’immenso edificio - formato da venti piani incompleti e ancora circondato di materiali da costruzione - è diventato una di quelle nuove rovine che screditano la nostra città. Gli enormi problemi abitativi hanno fatto sì che molti decidessero di occupare illegalmente lo stabile, per non continuare a vivere nei rifugi riservati ai danneggiati dai vecchi cicloni. Tuttavia, il luogo era ben sorvegliato perché in qualche ufficio si stava mettendo a punto un piano per riprendere i lavori e assegnare gli appartamenti. I vicini hanno visto tornare le gru, i camion con il cemento e alcuni costruttori che dopo l’inaugurazione non avrebbero abitato in quel palazzo. I microbrigatisti che avevano iniziato il lavoro non sarebbero stati i nuovi proprietari, ma gli appartamenti sarebbero stati assegnati secondo meriti politici, artistici e giornalistici. Abbiamo capito subito cosa stava accadendo: l’edificio situato tra Infanta y Manglar sarebbe stato consegnato alle persone più fedeli. Nel bel mezzo della campagna per riportare Elián González a Cuba (2), si sono messe in evidenza alcune voci che hanno visto subito ricompensato il loro entusiasmo con la chiave di una nuova abitazione. Una volta terminato, l’edificio del Cerro è stato battezzato Fama e Applausi dalla fantasia popolare - alludendo a un programma televisivo - perché si è riempito i cantanti, registi, caricaturisti, ministri, reporter e attori. Partecipare alla Battaglia delle Idee * adesso produceva un risultato concreto: possedere un balcone che si affacciava sul poverissimo quartiere di San Martín. Molte persone, solo per riuscire finalmente a possedere un’abitazione, si sono impegnate ancora di più a seguire la linea ufficiale del governo e la loro esposizione pubblica si è caratterizzata per una piena fedeltà ideologica. Il parcheggio illuminato, costruito ai piedi dell’edificio, si è riempito rapidamente di moderne auto che andavano a completare la già sostanziosa ricompensa. Gli occhi che scrutano dalle umili abitazioni confinanti sono sorpresi che il vecchio e cadente edificio sia diventato un palazzo imponente, pitturato di fresco, dotato di vetri sensibili al sole e abitato da volti famosi che si affacciano da ogni finestra.

* La cosiddetta Battaglia delle idee ha rappresentato un momento decisivo nella propaganda ideologica, che ha avuto inizio con il caso Elián González ed è finita - senza che la stampa ufficiale lo abbia annunciato - un paio di anni fa, dopo aver consumato enormi risorse del paese per far partecipare cittadini alle Tribune Aperte, distribuire magliette con parole d’ordine politiche e per organizzare marce di riaffermazione rivoluzionaria.


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