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Qualcosa si muove

Ultimo Aggiornamento: 13/03/2010 09:47
08/03/2010 21:53
 
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Il Dipartimento del Tesoro ha annunciato che presto le aziende a stelle e strisce potranno esportare chat e piattaforme 2.0 in paesi come Iran, Sudan e Cuba. Scavalcando le tradizionali restrizioni, in nome della liberta'
09/03/2010 09:57
 
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Esportare la libertà via internet. La nuova dottrina di Obama passa dalle parole ai fatti: gli Stati Uniti aboliscono alcune delle misure che limitavano le operazioni di provider americani in paesi 'nemici' come Iran, Cuba e Sudan. La decisione, annunciata dal vice segretario al Tesoro americano, Neil Wolin, "renderà più facile ai singoli cittadini in Iran, Cuba e Sudan usare internet per comunicare tra di loro e con il resto del mondo".

L'idea è quella di rendere più facile a compagnie come Microsoft, Google o Yahoo!, finora sottoposte a rigidi controlli da parte del dipartimento del Tesoro, operare in paesi nei confronti dei quali gli Stati Uniti hanno politiche di embargo, come Cuba, o di sanzioni, come l'Iran ed il Sudan (ammorbidendo così in parte e in via eccezionale le sanzioni applicate dagli Usa a questi Paesi), nella speranza che una maggiore diffusione della rete aiuti processi di democratizzazione.

Nell'annunciare la decisione della misura che limita l'applicazione delle sanzioni, soprattutto per quanto riguarda l'esportazione di servizi dedicati alle comunicazioni individuali su internet, come email, messaging e social networking, il dipartimento del Tesoro ha sottolineato che l'obiettivo è assicurare che in questi tre Paesi i cittadini possano esercitare "il loro diritto universale alla libertà di parola e di informazione nel modo più ampio possibile". Le nuove regole permettono inoltre l'esportazione di software di comunicazione verso l'Iran e il Sudan, ma non verso Cuba.

La mossa del Dipartimento del Tesoro rientra a pieno nella politica per la difesa della libertà del web annunciata da Hillary Clinton lo scorso gennaio, proprio mentre infuriava la guerra tra Google e Pechino, con il gigante informatico americano che denunciava attacchi da parte di hacker cinesi e minacciava di lasciare la Cina. In quel discorso il segretario di Stato americano sottolineò come gli Stati Uniti sono impegnati, a livello diplomatico e di risorse economiche e tecnologiche, a diffondere e sostenere la libertà di espressione su internet.

Una notizia, quella che viene dagli Usa, che assume un valore particolare alla luce di un sondaggio effettuato dalla Bbc, condotto fra 27mila adulti in 26 Paesi diversi: nel mondo quattro persone su cinque ritengono che l'accesso a Internet sia un "diritto fondamentale di tutti i popoli", come è stato già deciso da Paesi come Finlandia ed Estonia. L'indagine del media britannico ha anche evidenziato che secondo gli utenti i governi non dovrebbero avere a che fare con la regolamentazione dell'accesso alla rete. La posizione di recente espressa dall'Ue è che le misure adottate dagli Stati membri che possono influenzare l'accesso a internet dei cittadini devono rispettare i diritti e le libertà fondamentali. Dalle risposte degli intervistati si è avuta la conferma che internet sta diventando rapidamente una parte essenziale della vita di una moltitudine di persone di una vasta gamma di nazioni. In Paesi come Giappone, Russia e Messico la maggioranza delle persone ha detto di non poter vivere senza la rete.
09/03/2010 11:24
 
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Sarebbe anche ora che togliessero quel blocco che ha fatto danni solo alla povera gente e non certo al potere.
09/03/2010 20:06
 
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Da sempre dico che il giorno in cui sparisse il blocco e gli americani lasciassero definitivamente il suolo cubano saro' il primo a invocare democrazia e libere elezioni a Cuba.

Facciamo che torni ad essere un paese normale e poi chiediamo cio' che si deve chiedere a un paese normale.

Io la vedo cosi'.
12/03/2010 15:54
 
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Post: 940
Forum Moderator
USA: che il web fluisca libero


Il Dipartimento del Tesoro ha annunciato che presto le aziende a stelle e strisce potranno esportare chat e piattaforme 2.0 in paesi come Iran, Sudan e Cuba. Scavalcando le tradizionali restrizioni, in nome della libertà

Roma – Si tratta di una mossa che tenterà di trasformare il volto online di alcune nazioni del mondo, attualmente poco inclini ad una diffusa apertura verso i canali di Internet. Le autorità statunitensi hanno infatti deciso che aziende IT come Microsoft, Google e Yahoo! potranno a breve instaurare nuovi rapporti con paesi come l’Iran, Cuba e il Sudan.

Paesi non certo noti per una profonda benevolenza nei confronti dei principali servizi legati al web. Il Dipartimento del Tesoro statunitense darà allora la possibilità di procedere all’esportazione di servizi online come l’instant messaging, oltre che di canali come quelli Internet Relay Chat (IRC) e di piattaforme legate alla condivisione di fotografie.

La decisione finale era comunque nell’aria già da tempo. L’amministrazione del presidente Barack Obama aveva già fronteggiato il delicato caso iraniano, con le proteste post-elettorali che avevano cinguettato sul tecnofringuello, Twitter. Un’intero, programmato periodo di manutenzione della piattaforma di microblogging era stato ritardato per volere delle autorità a stelle e strisce. Per dare la possibilità agli utenti dell’ex-Persia di continuare ad esprimere il proprio dissenso a mezzo social network.
“Più le persone hanno accesso ad una vasta gamma di servizi e tecnologie di Internet – ha spiegato un portavoce rimasto anonimo dal momento che l’annuncio ufficiale non è stato ancora fatto – più sarà difficile per il governo iraniano mettere un freno alla libertà d’espressione”.

Quello a cui hanno pensato le autorità degli Stati Uniti è una speciale licenza che permetterà in sostanza alle aziende IT di esportare servizi Internet classificabili come software gratuito per un mercato di massa. In questo modo sarà possibile, per Google e soci, esportare senza incappare nelle violazioni stabilite per il commercio verso alcuni paesi del mondo.

Mauro Vecchio
13/03/2010 09:47
 
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Questa faccenda che i cubani non possono andare liberamente su internet e' davvero fuori dal mondo
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