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Adesso serve una vittoria a Zurigo nell’ultima partita del girone. Il pari di ieri sera con il Marsiglia non cambia le possibilità di qualificazione, anche perché sta peggio la squadra di Deschamps, che ha un punto in meno dei rossoneri e fra 15 giorni ospiterà il Real. Il Milan ha sofferto, il Marsiglia è stato bravo a sfruttare le debolezze dell’avversario e con un finale travolgente ha pure sfiorato la vittoria: traversa di Brandao e palo di Diawara. Così il Milan del nuovo corso continua a lasciare qualche dubbio sulla bontà delle formula acchiappa-consensi. L’Europa è la prima casa del Milan, anche se sei delle ultime sette vittorie sono state ottenute nella dependance di lusso del campionato. Però, basta trovare un Marsiglia che ci crede e si batte per far vacillare l’impalcatura di gioco organizzata da Leonardo. Quando giocò in Francia la partita di andata, quella rossonera era ancora una squadra all’apparenza senza futuro.
L’eurofiguraccia con lo Zurigo è stato il capolinea della crisi di gioco e poco alla volta anche di risultati. Ieri sera il Milan è tornato in Champions provando a trasferire sulla scena europea tutte le novità che ne hanno fatto una squadra spregiudicata, ma anche troppo vulnerabile. La svolta tattica che ha già funzionato con il Real Madrid, ieri è stata messa a dura prova da Deschamps.
Prima di lasciare Marsiglia, Didier ha sfregato più volte la lampada di Aladino esprimendo lo stesso desiderio: almeno un punto per poi giocarsi tutto al Velodrome contro il Real. Alla fine era quasi una partita da mille e una notte per i francesi, nettamente superiori nella zona centrale del campo, ovvero dove il Milan aveva i problemi maggiori per ovvi motivi strutturali. Non ha fatto male la squadra di Leonardo, creando molte situazioni di pericolo, ma ha sprecato troppo.
Il Marsiglia ha provato a sorprendere gli avversari, ma è subito stato punito in contropiede. Un errore di Heinze dava via libera a Pato, palla a Borriello che decentrato sulla sinistra infilava Mandanda.
Il Milan non riusciva a ripartire con lo stesso vigore di altre occasioni. Pato e Ronaldinho non avevano munizioni sufficienti per dare assistenza a Borriello, il più determinato in attacco. Il Marsiglia affondava i suoi colpi migliori sulla sinistra, dove Oddo era in difficoltà con Niang. E proprio da un errore del terzino uscito per infortunio (al suo posto Abate), al 16’ arrivava il pareggio. Niang scivolava via rapidissimo, Dida smorzava il traversone che finiva a Lucho Gonzalez, lesto a trasformare in gol.
Poco dopo Mandanda neutralizzava Borriello, ma il Milan in generale faticava a mantenersi alto in modo tale da dare appoggio al tridente. Difficoltà che la posizione molto schiacciata di Pirlo davanti alla difesa non contribuiva ad assottigliare. In pratica tutto ruotava attorno ad Ambrosini e Seedorf, quest’ultimo impegnato spesso in un uno contro tre che lo metteva a dura prova. E quando l’olandese sbagliava erano fischi ingiusti.
C’era più sostanza alla ripresa del gioco da parte del Milan. Si vede che Ronaldinho aveva puntato la sveglia sul primo minuto del secondo tempo. Comunque la percentuale di errore al momento del colpo decisivo era sempre troppo alta. E i rischi legati al «tutti avanti siamo milanisti» erano altrettanto notevoli. Il Milan concedeva qualcosa a Cheyrou, che sprecava brocchescamente tutto il possibile, e pativa la spinta di Niang. La peggiore situazione per Dida la costruiva proprio Niang al 20’ con palla a Brandao: piattone al volo del centravanti e palla che toccava la traversa e finiva alta. Il Marsiglia ci credeva, il Milan no. Pato sfiorava il gol vittoria al 39’, ma Abate salvava un minuto dopo su Koné e subito dopo Diawara colpiva il palo di testa |