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IL PUNTO SUL CAMPIONATO DELLA GENTE DI CUBA

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2009 17:58
08/02/2009 18:04
 
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L'Inter guadagna due punti sul Milan, scavalcato anche dalla Juventus al secondo posto, e porta a sette i punti di vantaggio sulla seconda alla vigilia del derby, mentre la Fiorentina raggiunge la zona Champions e la Roma affianca il Genoa dopo lo scontro diretto. Sono questi i responsi della 23ma giornata, in attesa del posticipo Palermo-Napoli (ore 20,30). La Juve, in dieci per 80 minuti per l'espulsione di Iaquinta e con Del Piero lasciato in panchina, strappa i tre punti a Catania con un gol di Poulsen (nella foto) al 91'. Gilardino risolve per la Fiorentina all'89' dopo che la Lazio, in dieci dal 18' del primo tempo per l'espulsione di De Silvestri, fallisce un gran numero di palle-gol. Il Genoa delle meraviglie sbatte pesantemente (3-0) all'Olimpico contro la Roma: i giallorossi affiancano i liguri al quinto posto. Sale intanto la febbre per il derby Inter-Milan di domenica prossima: mancherà l'infortunato Kakà.

LA JUVE CON I DENTI - Poulsen doveva essere mandato via nel mercato invernale, invece, anche a causa degli infortuni a ripetizione che quest'anno hanno colpito i bianconeri, è rimasto e al 91' ha dato tre pesantissimi punti alla Juventus. Come una squadra operaia, la formazione di Ranieri si è difesa con i denti contro le folate del Catania. Il tecnico a sopresa aveva lasciato in panchina Del Piero e Marchionni, inserendo Iaquinta e Camoranesi. L'ex udinese, fresco di convocazione in Nazionale per il Brasile, nel 2009 non aveva mai giocato e all'11' ha portato in vantaggio la Juve di testa su traversone dalla destra di Camoranesi. Ma è stato ammonito dall'arbitro Morganti per aver esultato togliendosi la maglia. Un minuto dopo compie un fallo a metà campo su Potenza: secondo cartellino e la Juve resta in dieci. La squadra di Zenga sfrutta l'occasione e Buffon e miracoloso in più di un'occasione. Ma al 6' della ripresa nulla può fare su Morimoto. Juve in bambola: il Catania prende un palo al 9' con Baiocco e reclama due rigori (uno per tocco di mano in area di Molinaro giudicato involontario). A poco a poco i bianconeri si riprendono, pur se Buffon continua a chiudere ogni varco. Al 38' Ranieri ha l'intuizione giusta: fuori Tiago e dentro Poulsen, e proprio il danese otto minuti dopo segna il gol vincente. La Juve scavalca il Milan e si riporta al secondo posto. «Cercavo di ritrovare la squadra», ha commentato Ranieri. «Nelle ultime partite avevamo perso la quadratura consueta che ci aveva permesso di fare bene. Oggi abbiamo fatto una buona partita contro un Catania che non si è mai arreso. Ad Amauri bisogna fare un monumento per come ha tenuto la partita viva fino all'ultimo».

FIORENTINA QUARTA - Chi sbaglia una quantità industriale di gol alla fine paga pegno, specie se gioca in dieci dal 18' del primo tempo per la doppia ammonizione di De Silvestri. È quanto avvenuto alla Lazio, che alla fine ha dovuto inchinarsi alla Fiorentina. Il gol vincente è stato di Gilardino all'89': il nazionale è stato lesto a spingere in rete una corta respinta di Muslera su tiro di Mutu. Ma in precedenza c'è voluto un super Frey per tenere inviolata la porta viola. Nel finale la Lazio ha risentito della stanchezza e ha lasciato spazi agli attaccanti fiorentini. Era solo questione di tempo e infatti Gilardino è arrivato puntuale.

ROMA, ZONA CHAMPIONS VICINA - Con il Genoa era uno scontro diretto e la partita ha detto che i rossoblù non sono ancora pronti per i grandi traguardi. Pesante il 3-0 dell'Olimpico, con la Roma che ha dominato la partita segnando tre reti magnifiche: la prima al 26' del primo tempo di Cicinho dopo un'intesa volante Totti-Perotta, la secondo al 2' della ripresa con un gran sinistro al volo di Vucinic dopo una discesa di 50 metri palla al piede di De Rossi, infine Julio Baptista al 93' con un destro a giro all'incrocio dopo una grande azione personale. Tre espulsi: al 54' Taddei viene ammonito, protesta e becca il secondo giallo, al 69' squadre in parità per il rosso a Sculli, alla fine del primo tempo l'arbitro Rocchi aveva cacciato anche l'allenatore del Genoa Gasperini.

INTER - L'Inter nell'anticipo di sabato passa a Lecce e prosegue la sua corsa in vetta alla classifica. Mourinho porta Balotelli in panchina; Figo e Stankovic agiscono dietro Ibrahimovic; in difesa torna Materazzi, sulla sinistra Santon per Maxwell. Partenza a razzo da parte dell'Inter che mette subito alle corde la formazione salentina e dopo 12' passa in vantaggio: Cambiasso dal limite fa filtrare un ottimo pallone per Ibrahimovic, l'attaccante svedese, in posizione regolare, controlla il pallone e con un gran tiro potente e preciso fa secco Benussi. Lecce vicinissimo al pari al 18': angolo di Caserta, gran colpo di testa di Stendardo da distanza ravvicinata ma Julio Cesar gli nega il gol parando con grande prontezza di riflessi. Al 37' episodio sospetto con Ibrahimovic che finisce a terra in area dopo un contatto con Stendardo, Tagliavento lo ammonisce per simulazione con grandi proteste di Mourinho nel dopo gara. Il primo tempo si chiude meritatamente 1-0 con l'Inter che dopo l'ottimo inizio gestisce la situazione. Nella ripresa comincia bene il Lecce, ma all'11' è Maicon a sfiorare clamorosamente il raddoppio mandando alto da due passi. Al 27' il 2-0 arriva sul serio: cross dalla sinistra dell'ottimo Santon e perfetto stacco di testa di Figo che infila Benussi; numero da centravanti di razza. Al 37' terzo gol nerazzurro: punizione di Maicon dalla destra e perfetto inserimento di testa di Stankovic che infila imparabilmente Benussi.

LA FRENATA DEL MILAN - Alla vigilia del derby, il Milan non ha saputo ribattere all'Inter vittoriosa a Lecce e giocherà la partitissima sotto di otto punti e senza Kakà, infortunato. La combattiva Reggina ha fatto un punto a San Siro, un punto che le darà morale per il finale di stagione. È stata una difficile serata, per il Milan, contro una Reggina molto ben arroccata che ha imbrigliato il gioco dei rossoneri per oltre un'ora, riuscendo a segnare un bel gol al 33' del primo tempo con Di Gennaro (scuola rossonera) e capitolando solo su rigore (di Kakà, che aveva colpito un palo) dopo un gol di Seedorf annullato per un mani. Le difficoltà rossonere sono dipese dall'assenza dello squalificato Pirlo (è mancato un regista del gioco) e soprattutto dalla mancanza di un colpitore di testa sotto rete che prenda i cross di Beckham. Il pareggio rossonero è arrivato al 67’ con Kakà, su calcio di rigore concesso per un netto fallo di Krajcík su Pato nell'unico spunto del brasiliano, molto nervoso nell'incontro. Ma per il Milan la vera tegola è l'infortunio di Kakà, uscito nel finale. Il brasiliano ha riportato una distorsione al piede sinistro con «prognosi di almeno quindici giorni» e addio derby.

GLI ALTRI INCONTRI - Cagliari-Atalanta 0-1, Sampdoria-Siena 2-2, Torino-Chievo 1-1, Udinese-Bologna 1-0. Il posticipo è Palermo-Napoli (ore 20,30).



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