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IL PUNTO SUL CAMPIONATO DELLA GENTE DI CUBA

Ultimo Aggiornamento: 29/11/2009 17:58
25/01/2009 18:03
 
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Il Milan, la Roma, il Genoa, la Lazio. Le prime due vanno a spasso spianando Bologna e Napoli. I liguri s'inceppano in casa. La Lazio viene umiliata e sfiora quasi il ridicolo sbagliando due rigori con due giocatori diversi (inesistenti). In fondo alla classifica, dopo la vittoria del Chievo contro la Reggina, Lecce e Torino impattano e restano invischiate entrambe. Stasera Inter-Sampdoria servirà a capire chi comanda in serie A (solo Inter o anche Juve?) dopo che ieri i bianconeri, con la loro cucciolata post-Del Piero (il cui rapporto con il concetto di "sostituzione" è sempre più incrinato), di mezze figure esaltate da spirito e modulo e di sviste arbitrali, hanno messo pressione ai nerazzurri capolisti. Beckham segna il suo primo gol italiano. Mercoledì si torna in campo per la seconda di ritorno.

BOLOGNA-MILAN 1-4
Vittoria senza problemi, ma soprattutto primo storico gol di Beckham in Italia. Il Bologna non può contare sui nuovi arrivati Osvaldo e Mutarelli, Ancelotti, che festeggia le 400 panchine con il Milan, decide di sfruttare ogni goccia di sudore di Beckham, prima che se ne torni a Los Angeles (ma potrebbe anche non farlo) e lascia Ronaldinho in panchina "perché corre poco in allenamento". Inizio frizzante, il Milan fa la partita, più pericoloso il Bologna. Il rigore di Di Vaio al 9' (15° gol per lui), dubbio fallo di Ambrosini su Amoroso, esalta il Dall'Ara. Pareggia Seedorf su palla non trattenuta da Antonioli, poi l'olandese va ad abbracciare Ronaldinho in panchina. Rigore inesistente per rossoneri al 16', Kakà segna il suo primo gol dopo essere quasi passato al Manchester City, Milan avanti. Di Vaio sfiora il pari al 25'. Espulso Mudingayi per due falli su Pato a distanza di venti minuti. Kakà fa 3-1 con azione e tiro da Pallone d'oro: capolavoro. Milan con davanti la strada spianata. Entra Ronaldinho: ma col Bologna sotto di tre gol e con un uomo in meno è un cambio che serve quasi esclusivamente per far rifiatare Kakà. Terzo posto rinsaldato. Prima sconfitta per Mihajlovic, in tribuna per squalifica.

GENOA-CATANIA 1-1
Torna Milito, il Genoa comanda il gioco ma non crea occasioni fino al 44', quando Bocchetti salta senza avversari e di testa manda il pallone a stamparsi sulla traversa. I tifosi si aspettano di più da un Genoa in zona Champions che mercoledì, vincendo oggi, potrebbe tentare l'assalto addirittura al terzo posto del Milan. A Milito non arriva una palle decente per due motivi: i suoi compagni non riescono a tessere manovre fluide e lui non sembra al meglio, tanto che a inizio ripresa trotta per il campo come se avesse già le pile scariche (non è da lui). Anzi il Catania va vicino al colpo con Jorge Martinez e poi, un minuto dopo, con una magnifica incornata, proprio l'uruguayano sigla l'1-0 per il gruppo Zenga. Stadio ammutolito. Poi finalmente arriva il Principe, Milito, che di rapina al 28' alleggerisce il peso del Marassi: 1-1 ma i rossoblù vanno a casa scontenti. Fra due giorni c'è il Milan...


LAZIO-CAGLIARI 1-4
Rocchi, grazie a un errore di Lopez, ci mette tre minuti per sparigliare le carte. Jeda due minuti dopo, di testa, rimette le cose a posto e poi, sempre di testa, manda i sardi avanti ma nessuno immagina quello che succederà nei minuti successivi. Un fatto è assodato: la Lazio non ha una difesa competitiva, concede spazio e tempi agli avversari. I biancocelesti denunciano il solito scompenso fra attacco e reparto arretrato, sono ottimi davanti e a tratti veramente drammatici dietro. Lazio allo sbando quando al 21' Carrizo commette fallo da rigore su Jeda: batte Acquafresca ed è 3-1 per il Cagliari. Sembrerebbe una sorpresa ma il campo dice ben altro, soprattutto per la cura tattica che Allegri dedica ai suoi, capaci di giocare senza mai arrivare al respiro corto. Matri fa 4-1 al 41' e Carrizo si traveste da Muslera limitandosi a guardare il pallone. La sofferenza della Lazio sulle fasce è endemica e Jeda risulta imprendibile. Quando Rocchi spedisce fuori il rigore inventato dall'arbitro Romeo a fine primo tempo si capisce appieno il senso (vietato) che sta percorrendo la Lazio nella sua più imbarazzante giornata di campionato. Ci vorrebbe un miracolo nella ripresa. O che qualcuno praticasse un'anestesia a mezzo Cagliari. Altro rigore inventato da Romeo al 5' della ripresa: Zarate fa peggio di Rocchi e dell'arbitro Romeo messi insieme e tira una mozzarella su Marchetti. Due rigori sbagliati come fosse niente. Mai vista tanta bruttezza riassunta in poco spazio. Zarate continua la galleria di errori mangiandosi il 2-4 non si sa come. Firmani si Fa espellere direttamente dalla panchina per una litigata con Daniele Conti. Poteva finire 6-1. Il Cagliari, saggio come una grande squadra, ottiene un risultato che all'Olimpico non arrivava dai tempi di Gigi Riva. Meritatissimo.

LECCE-TORINO 3-3
Segna Munari all'11, con un diagonale che Sereni vede appena. Munari non aveva mai segnato in serie A e così a fine primo tempo decide di fare doppietta. La ripresa è appena iniziata e Saumel ravviva le speranze del Torino complice il portiere leccese Benussi. Il Toro pareggia subito dopo col nuovo arrivato Dellafiore ma non riesce a mantenere il pari perché al 28' Castillo riporta in vantaggio il Lecce. La partita è intensa, caotica, senza grande qualità. Tanto è vero che Benussi commette un altro errore e lascia che il pallone di Natale finisca dentro per il definitivo e inutile 3-3. Le due squadre restano inguaiate.

NAPOLI-ROMA 0-3
Un po' a sorpresa, non c'è partita. Roma a due punti dalla Champions League. Totti parte dalla panchina, Zalayeta (poco amato dal S. Paolo) al posto di Denis, Hamsik è squalificato. Un magnifico striscione della Curva B si scaglia contro tutte le guerre. Partita elettrica, Zalayeta segna ma controlla il pallone con il braccio-spalla: Morganti pare quasi convalidare poi invece chiede scusa e annulla. Al 17' Mexes (il francese è in fuorigioco di mezzo metro ma l'assistente Nicoletti non segnala) manda i giallorossi in vantaggio di testa su una perfetta punizione, studiata, di Pizarro sul secondo palo. Appena si allargano gli spazi, sale di rendimento Baptista, mentre il Napoli non trova modo di innescare Maggio, la sua arma più efficace. Pizarro comanda il gioco, Gargano no. Al 25' De Rossi viene ammonito e salterà Roma-Palermo. Un altro difensore, Juan, raddoppia, sempre di testa, per la Roma. Quando Lavezzi (pessimo) si intestardisce a voler dribblare anche l'erba, dalle tribune parte qualche fischio. Ripresa: esce Pizarro per un malanno, dentro Aquilani, nel Napoli Bogliacino per Pazienza. La partita però finisce per volere di Santacroce che al 5' della ripresa fa a botte col pallone e poi lo regala ad Aquilani che imbecca Vucinic: 3-0 fin troppo agevole. La Roma vince grazie a un centrocampo superiore per palleggio e numero complessivo di uomini applicati. Totti non entra, non ce n'è alcun bisogno. Il Napoli era imbattuto in casa. Ora non più.

PALERMO-UDINESE 3-2
Dopo un solo minuto, Pepe calcia una punizione per scaldarsi i piedi e la mette dentro. Il Palermo si accanisce. Pareggia Simplicio al 17' in tuffo di testa. L'Udinese, progressivamente, si rintana, appassisce la sua verve offensiva nonostante l'ex Pepe cerchi chiaramente di dare un valore aggiunto al match dei friulani, che non vincono una partita da due mesi. Fallo di Carrozzieri su Lukovic al 6' del secondo tempo e, senza nemmeno provarci, l'Udinese potrebbe andare avanti, ma Pepe colpisce la traversa. Simplicio punisce i friulani con un rocambolesco 2-1 e con la doppietta personale. Cavani di destro ottiene il 3-1 al 13' e, con lo stesso bel gesto tecnico, dà anche un calcio alla panchina di Marino, che potrebbe essere esonerato da un momento all'altro. Il tecnico, nella disperazione, butta nella mischia di Natale che in due minuti dà una mano al suo allenatore segnando il 2-3. Ma è tardi. L'Udinese finisce a nervi tesissimi perché improvvisamente si ritrova fra le pericolanti. Inimmaginabile.

SIENA-ATALANTA 1-0
Dopo aver fermato l'Inter-Golia l'Atalanta non dovrebbe in teoria avere problemi a fermare il Siena-David, invece con la fionda i toscani, una fionda chiamata Frick, vanno in vantaggio al 40' del primo tempo. Sugli spalti si divertono in pochi perché fa freddo e perché le squadre non mostrano alcuna intenzione di aumentare la temperatura con qualche bella giocata. Sono soltanto volenterose. Ripresa di ben altro segno. Il Siena si difende gagliardo. L'Atalanta aggredisce e forse meriterebbe il pari. Traversa di Guarente al 23', altre occasioni sfumate per niente. Del Neri mette dentro Cerci e Defendi che confezionano un'azione che potrebbe portare al pari, ma non c'è niente da fare. Atalanta sospesa a metà classifica. Siena lontano dalla mischia retrocessione.

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